CAUSE DEGLI ATTACCHI DI PANICO

Nell’Attacco di Panico è bene sottolineare che, anche quando si lega ad eventi esterni (paure specifiche quali, paura di guidare, paura di luoghi affollati ecc.) la sensazione di angoscia e di essere in pericolo è qualcosa che invade l’individuo e che proviene dal mondo interno, cioè dalla parte più profonda di se stessi.

La ricerca psicologica, insieme all’esperienza clinica, ha messo in evidenza tre ipotesi interpretative sulle cause degli attacchi di panico. Come sempre in psicologia vale il criterio della complessità delle variabili in gioco.

  1. PERDITE, SEPARAZIONI E LA PAURA DELLA SOLITUDINE

La persona può aver vissuto, nel periodo precedente la comparsa dei sintomi, molti eventi stressanti, in particolare:

  • la perdita (lutto) di persone significative
  • altre volte è la paura dell’abbandono affettivo a suscitare angoscia o a bloccare la possibilità di fare scelte in libertà
  • vi è poi l’ ansia da separazione, intesa come angoscia di ritrovarsi soli con se stessi, senza più amore né speranza, in un deserto emozionale, senza le persone che ci amano. In effetti nell’esperienza clinica si vede che molte persone soffrono di Disturbo di Panico in coincidenza di possibili cambiamenti di vita, quali, la possibilità di divorziare dal partner, il cambiamento di lavoro, cambiare percorso di studi, cambiare casa, matrimonio ecc.

 

  1. LA VERGOGNA

Le persone che vivono Attacchi di Panico di frequente hanno sviluppato nella loro vita un forte senso di vergogna e paura del giudizio altrui. Spesso raccontano di aver sperimentato durante gli episodi di panico, la paura di essere scoperti e visti nelle proprie fragilità, come se il panico mostrasse un’intimità che deve restare privata.

  1. L’AUTOSTIMA

La persona con Attacchi di Panico ha tendenzialmente un’immagine di sé debole, fragile, vulnerabile, bisognosa di cure, con la sensazione di essere incapace di un controllo personale, oppure può aver sviluppato un’immagine di sé di perfezione, con un ipercontrollo sui propri istinti e le proprie emozioni. Questi modelli di pensiero, che rappresentano due facce della stessa medaglia, deriverebbero, talune volte, da un’educazione nell’infanzia iperprotettiva da parte dei genitori che hanno bloccato il comportamento esplorativo del bambino minando alla base i nuclei della propria autostima e sicurezza interna.