Lunedì 15/05/2017. Articolo n.15

 

Da qualche anno lavoro in una clinica residenziale che ospita persone anziane, immerso nella natura ad una cinquantina di chilometri dalla città. Spesso il lavoro con questi fantastici ultra ottantenni mi ha dato degli spunti di riflessione.
Ultimamente mi è capitato da qualcuno di sentire delle lamentele e delle manifestazioni di paura, disagio e disprezzo verso la presenza, crescente, degli stranieri nel nostro paese. Allora mi sono chiesta, in quale misura questi sentimenti possano essere relativi ad un disagio reale rispetto a un’emergenza realmente esistente ad un livello sociale, ed in quale misura possano riguardare uno stato relativo allo straniero che abita all’interno di noi.

Questo straniero potrebbe essere identificato come una parte a noi sconosciuta, o come una parte che conosciamo poco. In quello che non conosciamo non riusciamo ad individuare elementi familiari, come una sensazione, un odore, un suono, un colore, qualcosa che ci possa rassicurare. Brancoliamo nel buio privi di alcun punto di riferimento a noi noto, ed allora possiamo provare diverse emozioni, possiamo sentirci preoccupati, forse spaventati o anche arrabbiati.
Chissà poi dove vanno a finire queste emozioni. A volte potrebbe darsi che sono così insopportabili, che hanno la necessità di essere espulse. Uso il verbo espellere perché mi fa pensare a qualcosa che avviene di impulso, di getto. Un’emozione espulsa è un’emozione tirata fuori molto velocemente, che non ha avuto il tempo di essere assimilata, ascoltata e poi espressa.
A volte dunque può darsi che la percezione che abbiamo della realtà esterna, può avere molto a che fare con la nostra realtà interna. Possiamo essere critici, arrabbiati e timorosi rispetto all’esterno ma prima di tutto forse lo siamo rispetto al nostro interno.
Possiamo provare a fare conoscenza con lo straniero che ci abita, piano piano percepirne l’odore, il colore, le sensazioni sconosciute che ci provoca, chissà potrebbe riservarci delle piacevoli sorprese, può darsi che abbia tante cose da raccontarci.

CONSIGLIO DELLA SETTIMANA
Oggi ti chiedo di trovare una posizione comoda, in cui puoi respirare seguendo il percorso interno del tuo corpo. Chiudi gli occhi e inspira partendo dalla bocca o dal naso, attraverso la gola, lascia scendere l’aria nel torace, nella pancia, attraverso il bacino, le pelvi, le gambe e poi giù fino ai piedi. Nell’espirazione segui il percorso all’inverso. Fallo per 6 o sette volte.

A questo punto ti chiedo di lasciare emergere, se puoi in maniera spontanea, quindi senza pensarci troppo, le critiche che senti di muovere nei confronti di te stesso e degli altri.
Se non emerge nulla va bene comunque.
Prenditi qualche minuto per farlo. Poi apri gli occhi lentamente e se ti va, annota quello che è emerso su un foglio e poi rileggilo ad alta voce.
Infine ti chiedo quale è stata la tua sensazione nel rileggere ad alta voce quanto scritto.

Ti ringrazio per l’attenzione, che hai dedicato anzitutto a te stesso/a e ti auguro una buona settimana.

 

 

Stefania Filetto