Lunedì 06/02/2017 Articolo n.3

Qualcuno dice: “ non bisogna mai smettere di lottare per le cose che si desiderano”. Mi trovo abbastanza in accordo con questa affermazione, ma oggi voglio chiedervi se vi è mai capitato di lottare moltissimo per cambiare qualcosa che alla fine è rimasto come era. Abbiamo avuto forse la sensazione di doverci rassegnare? E questo ci ha portato a sentirci demotivati, stanchi o magari anche un po’ sconfortati?

Quante volte ci sarà capitato in effetti di ostinarci dinanzi a qualcosa che non andava nel verso giusto oppure di fronte a persone che non si mostravano per come noi le desideravamo. Allora forse ci siamo impegnati a voler cambiare ancor di più la realtà fino allo stremo delle nostre forze. Magari per poi alla fine consolarci dicendoci “ le ho provate tutte…”.

Forse possiamo cominciare a riflettere su quanto abbiamo bisogno di lottare in maniera ripetuta ed ostinata per poi arrivare a sentirci impotenti e frustrati ma anche legittimati nel poterci rassegnare. Forse possiamo fermarci prima e cominciare a sentire dentro di noi che ci sono delle cose che nella realtà esterna non possiamo cambiare, e non si tratta di rassegnazione, bensì di accettazione.

L’accettazione parte dalla possibilità di riconoscere dentro di noi il limite oltre cui non possiamo andare, e soprattutto oltre il quale non vogliamo andare. Probabilmente alcune cose della realtà che ci circonda non cambieranno, ma può cambiare il nostro modo di vederle e di percepirle, proprio attraverso l’accettazione di alcune parti di noi.

Siamo cresciuti e viviamo in una società improntata molto più sul “ fare” che sul “ sentire”. Siamo abituati a far corrispondere il nostro successo con quello che facciamo in termini pratici, “ più mi adopero più sono bravo”, quindi se mi fermo non valgo nulla, sono rassegnatario. Occorre invece cominciare a sentire che se mi fermo è perchè riconosco che non posso tutto, non sono  “ onnipotente”. Ostinarmi può soltanto nuocermi e privarmi dell’ascolto di parti profonde che, se ascoltate invece, mi permetteranno di capire, senza troppa fatica, il limite oltre cui posso e voglio spingermi, ma sarò sempre io a deciderlo.

Accettare delle parti mie che forse non mi piacciono poi così tanto, può aiutarmi a mediare tra la mia voglia sana e ambiziosa di lottare per ciò che desidero e la mia altrettanto sana possibilità di riconoscere quando è il momento di fermarmi.

CONSIGLIO DELLA SETTIMANA

Prendi due fogli di carta, su uno scrivi in alto “ le cose che mi piacciono di me” sull’altro scrivi, sempre in alto “ le cose che non mi piacciono di me”. Ti invito a scrivere sia gli aspetti caratteriali che fisici.

Ti chiedo poi di chiudere gli occhi e di pensare al posto della tua casa che ti piace di più, quando lo avrai individuato, prova a pensare a quello che ti piace di meno.

Apri gli occhi, piega i due fogli in più parti in modo da farli diventare piccoli e vai a riporre in un posto segreto il foglio delle cose che ti piacciono di meno di te nella parte della casa che ti piace di più, e poi il foglio delle cose che ti piacciono di più di te, nella parte della casa che ti piace di meno. Nascondili bene, potrai avere accesso ai due fogli solo tu, quando lo vorrai.

Come sempre, trattandosi di un consiglio, non ti è richiesto di eseguirlo per filo e per segno. Puoi anche immaginare una casa e riporre sempre in maniera immaginaria il tuo scritto nelle parti di essa, oppure puoi disegnare una casa e scrivere con i colori che preferisci il contenuto dei fogli nelle parti che ti piacciono di più e di meno, insomma sentiti libero di spaziare, se poi hai altre idee sono felice di ascoltarle.

Al prossimo lunedì!