LA FUNZIONE POSITIVA DELL’ANSIA
L’ ANSIA è una reazione psico-fisiologica di allarme e di attivazione generale delle risorse sia fisiche che mentali dell’individuo di fronte ad eventi imminenti che vengono percepiti come minacciosi.
L’ansia, entro certi limiti, è dunque:
- una potente componente adattiva dell’organismo all’ambiente esterno (ansia positiva).
Funziona da richiamo per la nostra attenzione, nell’attesa di una minaccia e:
- acutizza i nostri sensi
- aumenta la memoria
- incrementa la tensione muscolare con la funzione naturale di aiutarci a migliorare le nostre prestazioni (immaginiamo ad esempio l’ansia che abbiamo provato prima di sostenere un esame ).
L’ansia è una reazione strettamente connessa all’emozione della paura, che possiamo definire invece una risposta emozionale ad una minaccia reale e presente (continuando con l’esempio sopracitato dell’esame, la paura è l’emozione che si prova durante l’esame) (Sarteschi P. e Maggini C., 1982).
Non c’e’ da stupirsi quindi che l’ansia accompagni l’uomo dai tempi più antichi, da un ambiente intriso di minacce che richiedeva sensi acuti e prestazioni elevate per fronteggiare efficacemente situazioni di pericolo e minacce esterne per la sopravvivenza e l’auto-sostentamento. L’ansia è una reazione di allerta dell’organismo per predisporlo ad una più adeguata risposta di attacco o fuga di fronte al pericolo.
A livello neurofisiologico quello che avviene nella reazione d’ansia è un ‘attivazione del Sistema Nervoso Autonomo Simpatico che incrementa il rilascio nel sangue di ormoni, tra cui il più importante è l’adrenalina (Wells A., 1999). Le principali modificazioni fisiologiche sono:
- La mente diventa vigile.
- La frequenza cardiaca aumenta e la pressione arteriosa si alza per far arrivare una maggiore quantità di sangue nei muscoli.
- Il ritmo del respiro aumenta per fornire più ossigeno al sangue.
- Aumenta la sudorazione per evitare il surriscaldamento del corpo.
- I muscoli si tendono, pronti all’azione.
- La salivazione diminuisce e la bocca si secca.
- Il fegato libera più zucchero per fornire velocemente più energia.
L’ANSIA COME ASPETTO DISFUNZIONALE
Ma chi soffre di disturbi d’ansia (nella cui categoria rientrano: ansia generalizzata, attacchi di panico, disturbo post-traumatico da stress, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo) racconta in modo del tutto diverso le trasformazioni corporee e le sensazioni che sperimenta.
Tutte le caratteristiche tipiche dell’attivazione neurofisiologica diventano sintomi fastidiosi che impediscono una conduzione “normale” della propria vita: respiro rapido, palpitazioni, vertigini, nausea, cefalea, sudorazione, bocca secca, nodo alla gola, dolori muscolari, oppressione toracica o gastrica, sensazioni di sbandamento, confusione, vampate di calore o brividi di freddo, affanno.
L’ANSIA si trasforma in disturbo d’ansia caratterizzato da preoccupazioni difficilmente controllabili, smisurate e ripetute che riguardano una pluralità di tematiche (per esempio prestazioni lavorative, futuro dei figli ecc.). Queste preoccupazioni possono compromettere negativamente il sonno, l’umore (irritabilità) il corpo (facile affaticabilità, tensione muscolare) e la concentrazione (Falabella M., 2001).
La differenza tra un’ansia funzionale ed una disfunzionale è la quantità e la congruenza con il contesto in cui si manifesta: avere un po’ d’ansia prima di un esame è normale e proficua, averne talmente tanta da decidere di non andarlo a fare diventa paralizzante e controproducente. E non solo, nell’ansia disfunzionale si percepisce un segnale di disagio, di minaccia che proviene dall’interno del proprio corpo, indefinito e intenso, contro il quale la persona sente di non avere risorse sufficienti per fronteggiarlo e gestirlo in maniera adeguata.
BIBLIOGRAFIA
Falabella M.: A B C della psicopatologia, ed. Ma. Gi. srl, Roma 2001
Sarteschi P. e Maggini C.: Manuale di psichiatria, ed. S.B.M., Noceto 1982
Wells A.: Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia, ed. it. Il nove srl, Bologna 1999