Lunedì 03/04/2017  Articolo n. 11

 

Il respiro, l’atto essenziale e fondamentale di ogni essere vivente, così semplice e indipendente dalla nostra volontà, eppure così importante perché senza di esso non potremmo vivere.
Lo diamo per scontato perché sappiamo che c’è, e raramente ci fermiamo ad osservarlo e ad ascoltarlo, a notare le sue sfaccettature. Perché non tutti i respiri sono uguali. A volte può capitare di avere una respirazione più accelerata, magari quando siamo di corsa, oppure siamo agitati per qualche motivo, altre volte possiamo sentire un respiro più calmo, quando siamo rilassati. Eppure spesso non ci facciamo caso.

Questo atto, poco considerato, ha un grande valore rispetto al nostro essere, al nostro modo di vivere e di stare in contatto con il mondo.
Se ci facciamo caso, possiamo notare che i bambini respirano gonfiando la pancia. L’aria passa attraverso il torace e raggiunge l’addome, irrorando di energia tutto l’organismo. Si perché aria significa energia. Man mano che cresciamo, il nostro corpo spesso si irrigidisce in alcuni punti, di conseguenza l’aria si ferma al livello del torace. Il respiro dunque è breve ed è al minimo delle sue reali potenzialità. Introducendo poca aria, introduciamo poca energia nel nostro corpo che rimane poco ossigenato e poco vitale.

Il respiro dunque riempie di ossigeno le nostre cellule e permette il loro rigenerarsi. Inoltre ha molto a che fare con il nostro stato emotivo, perché il nostro modo di respirare a volte è legato ad uno stato d’animo. Di conseguenza i nostri stati d’animo sono nel nostro corpo. Se è così possiamo cominciare ad invertire la rotta, ossia non più lo stato d’animo che determina il respiro, piuttosto il contrario. Il respiro ha il potere di determinare il nostro stato d’animo. Se osserviamo il nostro respiro e poi cominciamo piano piano ad ampliarlo forse noteremo delle nuove possibilità in noi e anche nel mondo circostante.
Ricordiamoci infine che il respiro è il ponte tra la nostra mente e il nostro corpo.

CONSIGLIO DELLA SETTIMANA
Questa volta ti chiedo di metterti in piedi, in una posizione eretta, le ginocchia sono leggermente piegate e i piedi sono larghi quanto il bacino e sono ben poggiati per terra con tutta la pianta. Ti chiedo ora di chiudere gli occhi e di poggiare una mano sul petto e una sulla pancia, apri leggermente la bocca in modo da rilassare le mandibole.
A questo punto ti chiedo di respirare in maniera naturale e di osservare il tuo respiro. Prova a stare in questo modo per qualche minuto, poi piano piano apri gli occhi e se ti va annota le tue osservazioni.
Arrivederci al prossimo lunedì!

 

Stefania Filetto