Lunedì 13/03/2017 Articolo n.8

La nostra memoria evoca persone, momenti, luoghi della nostra vita che portiamo dentro di noi e che possiamo andare a recuperare ogni volta che lo desideriamo. Questi sono i nostri ricordi coscienti, forse ci suscitano un po’ di nostalgia, ma spesso accompagnano i nostri momenti di solitudine e ci fanno anche un po’ di compagnia.

Esiste anche un tipo di memoria che non possiamo recuperare in maniera cosciente, non è una memoria narrabile come quella dei nostri ricordi. Questa memoria è detta implicita o anche procedurale. Fanno parte di questa memoria tutte quelle procedure che acquisiamo per imparare qualcosa che poi diverrà automatico, come ad esempio andare in bicicletta o guidare la macchina. Ci ricordiamo come si fa ma non abbiamo ricordo cosciente di ogni singolo passaggio che abbiamo fatto per impararlo.

Ma facciamo qualche passo indietro, la memoria implicita si inscrive nel nostro corpo più o meno nella fascia di età che va dai 0 ai 2 anni, proprio quando non è ancora costruita la capacità di pensiero. Ossia quando eravamo così piccoli non avevamo ancora costruito la capacità di rappresentare le nostre esperienze attraverso dei simboli e delle immagini da trasformare poi in pensiero esplicito.
Quante volte ci sarà capitato di guardare un bambino di uno o due anni e dire: “ chissà cosa starà pensando?”. Bè probabilmente nel senso comune del termine non starà pensando nulla, però starà sentendo moltissimo. Il suo corpo starà registrando magnificamente tutto ciò che accade intono a lui e verso di lui. Le esperienze precoci dei bambini vanno a costruire la memoria corporea ( procedurale o implicita), non codificabile attraverso i ricordi coscienti e la verbalizzazione di tali ricordi, bensì attraverso la corporeità.
Questo tipo di memoria ci accompagnerà per tutta la vita, non si troverà nei nostri pensieri, bensì nel nostro corpo intero, nei nostri muscoli, nella nostra pelle, nel nostro battito, nel nostro respiro, nella nostra voce, e nelle nostre tensioni. Si espliciterà attraverso il nostro comportamento nell’interazione con l’altro, attraverso la nostra postura e anche mediante il nostro sguardo e la nostra espressione.
I ricordi appartenenti a questa memoria sono nel nostro corpo, e soltanto attraverso di esso possono essere rievocati.

“Non esistono parole più chiare di quelle del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo” ( A. Lowen, Il linguaggio del corpo, 2003).

CONSIGLIO DELLA SETTIMANA
Premessa: il consiglio ha lo scopo di invitare il lettore a fermarsi un momento ad individuare le parti più delicate del proprio corpo e di porvi l’attenzione.
Trova una posizione comoda e prenditi un po’ di tempo per te, chiudi gli occhi e fai qualche respirazione profonda come abbiamo fatto le volte precedenti, creando spazio dentro di te per far entrare l’aria.
Quando ti sentirai abbastanza rilassato, ti chiedo di visualizzare la parte del tuo corpo che oggi senti più sensibile. Non avere fretta di rispondere, non cercare la risposta nei pensieri, prenditi il tempo di cui il tuo corpo necessita.
A questo punto se hai individuato questa parte sensibile, poggia entrambe le mani su di essa ed esercita un piccolo e delicato massaggio circolatorio per qualche minuto.
Quando avrai concluso, rimani ancora qualche minuto con gli occhi chiusi. Poi aprili e se ci sono state delle sensazioni, annotale se vuoi.

Ti ringrazio per l’attenzione e arrivederci al prossimo lunedì.

Stefania Filetto